Pedagogies of the body and embodied spaces in planetary urbanization processes.

Abstract

The (re)definition of bodies as relationships that are actively constructed through social, ecological and discursive processes has largely characterized the so-called somatic and post-human turns within the social sciences in recent decades (Shilling, 1993; Braidotti, 1994; Silk, Thorpe and Andrews, 2017; Donato, Tonelli and Galak, 2019; Newman, Thorpe and Andrews, 2020). These perspectives have fueled important inter- and trans-disciplinary dialogues that have analyzed and problematized the relationship between regimes of truth, social representations and power relations that cross and connect bodies in different ways across health, sport/physical activity, leisure, education and other social domains. Despite the importance of recent contributions, this chapter discusses some elements that remain to be explored on the pedagogical processes that take place through a multiplicity of spaces, practices and agents (institutional and non-institutional, formal and informal, human and non-human) in urban contexts. The following chapter therefore presents itself as a contribution to expand some already existing dialogues and examines the productivity of spatializing the pedagogies of bodies. Starting from the work of Setha Low (2017), with the idea of spatializing the pedagogies of bodies, this chapter discusses the importance to materially, historically, viscerally and discursively locate relationships, institutions, representations and pedagogical practices in urban spaces and processes. Within this perspective, I refer to pedagogy as "a system of techniques that base their effectiveness on the application of their materiality to a system of bodies" (Massa, 2003, p. 471); a definition that refers to a process that is never neutral and which needs to located at the intersection of knowledge regimes, advanced capitalism, post-colonial national imaginaries (Donato, 2023) and, I add , processes of planetary urbanization (Brenner, 2014). These perspectives become of particular relevance in trying to advance points of view that can place the pedagogies of the body in mutual constitution with the spaces that emerge from the present historical and ecological conjuncture. La (ri)definizione dei corpi come relazioni che vengono attivamente costruite attraverso processi sociali, ecologici e di sapere/potere ha caratterizzato in maniera ampia i cosidetti somatic e post-human turns all’interno delle scienze sociali negli ultimi decenni (Shilling, 1993; Braidotti, 1994; Silk, Thorpe and Andrews, 2017; Donato, Tonelli e Galak, 2019; Newman, Thorpe e Andrews, 2020). Queste prospettive hanno alimentato importanti dialoghi inter- e trans-disciplinari che hanno analizzato e problematizzato a partire dalla corporeita’ la relazione tra regimi di verità, rappresentazioni sociali e relazioni di potere che attraversano e connettono in diverse maniere gli ambiti della salute, sport/attività fisica, leisure, educazione e rivendicazioni sociali. Nonostante l’importanza di recenti contributi sulla reciproca costituzione di corpi e spazi in diversi ambiti pedagogici, questo capitolo discute alcuni elementi ancora da esplorare sui processi pedagogici che prendono luogo attraverso una molteplicita’ di contesti, pratiche e agenti (istituzionali e non, formali e informali, umani e non-umani) in contesti urbani. La riflessione che segue si pone quindi come contributo per espandere alcuni dialoghi già esistenti e nel sottolineare la produttività di spazializzare le pedagogie dei corpi. A partire dal lavoro di Setha Low (2017), con l’idea di spazializzare le pedagogie dei corpi intendo l’essere in grado di collocare – materialmente, storicamente, visceralmente e discorsivamente– relazioni, istituzioni, rappresentazioni e pratiche pedagogiche negli spazi e nei processi di trasformazione urbana. All’interno di questa prospettiva, mi riferisco alla pedagogia come a “un sistema di tecniche che fondano la propria efficacia sull’applicazione della loro materialità a un sistema di corpi” (Massa, 2003, p. 471). Questa definizione, a cui ritornerò più tardi, si riferisce quindi ad un processo mai neutro e che necessita di essere collocato in un intreccio di regimi di conoscenza, relazioni produttive del capitalismo avanzato, costruzione della nazione post-coloniale (Donato, 2023) e aggiungo, di processi di urbanizzazione planetaria (Brenner, 2014). queste prospettive diventano di particolare rilevanza nel cercare di avanzare punti di vista che possano collocare le pedagogie del corpo in reciproca costituzione con gli spazi che emergono dalla presente congiuntura storica ed ecologica.